La via del codardo

In quell’Odissea che è la nostra vita, c’è sempre una Circe che vuole trasformarti nel suo animale da compagnia. È in grado di far sembrare 5 anni, 5 ore d’amore e drogarti con l’illusione di poter bere ambrosia dalle sue labbra. Ma per me non è altro che un freno alla mia ricerca, al peregrinare in cerca delle risposte alle domande che lei non si pone.

Si è già stancata del suo cucciolo e lo ha abbandonato in autostrada. Eppure gli effetti dei suoi incantesimi d’amore permangono ancora su di me, come se davvero m’avesse trasformato in cane, che, per quanto maltrattato, non riesce a non amare il suo padrone. Ma solo io sono il padrone del mio destino e quindi fuggo, scelgo la via del codardo, per non commettere più gli errori del passato che tanto mi han fatto soffrire.

Così saremo tutti e due felici, lei senza più il dovere di accudirmi e io senza più la ferita che mi procura vederla. E così saremo entrambi infelici, senza più il sollievo delle mie carezze e senza più il piacere della sua vista.

Andrò ad Est, per me un impegno è un impegno per quanto gravoso.



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